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Grotta dei Cervi, la memoria storica di Otranto

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Sanlu
22 Maggio 2015

Otranto, la bella città del Salento situata nella costa adriatica, è la meta migliore per chi ama l’ottimo mare, ma sopratutto è un luogo di antico fascino con tanti monumenti da scoprire e persino con angoli naturali incantevoli unici al mondo. A Otranto un centro storico senza pari, scogliere bianche note nel mondo, storie e leggende misteriose affascinano il turista, nella bella città del Salento c’è tanto da scoprire tra cui una grotta dove sono state trovate tracce di tempi remotissimi. Un’importante grotta naturale costiera è quella detta Grotta dei Cervi, che merita un’escursione anche se l’accesso non è possibile per motivi dovuti alla conservazione dei reperti trovati.

Innanzitutto la location: Porto Badisco. Un luogo affascinante e carico di mistero, dove racconta la mitologia classica è sbarcato Enea in fuga da Troia, un angolo di mare tra i più belli d’Europa, in cui l’Adriatico assume un colore paradisiaco. La Grotta dei Cervi, infatti, si trova nella baia di Porto Badisco, sotto l’aspetto morfologico la grotta è una cavità carsica naturale scoperta e conosciuta negli anni 70, ma in realtà è un piccolo parco archeologico. Nella Grotta dei Cervi infatti sono visibili le tracce degli antichi abitatori, tante sono le testimonianze pittoriche ben visibili.

Graffiti raffiguranti immagini di uomini, figure rituali, scene di caccia e animali, realizzati, dicono gli esperti, con un impasto di ocra e guano di pipistrello. La grotta è così importante che ne è stata suggerita la chiusura permanente del sito. I graffiti qui trovati in termine tecnico sono chiamati pittogrammi, sono infatti dei disegni molto rudimentali ma di forte effetto, immancabile poi il significato: rapporto tra uomo e natura, spazio, culto e ritualità.

La Grotta ha preso il nome di Grotta dei Cervi per le chiarissime rappresentazioni di questo tipo di animale. Non di rado però, proprio per la location dove è sita, viene anche indicata anche come Grotta di Enea. La storia della grotta pare essere precedente alla datazione ipotizzabile di un presunto sbarco di Enea, infatti i pittogrammi risalgono al neolitico. Da alcuni recenti studi è emerso che la cavità potesse essere abitata in una datazione tra il Neolitico Medio (3500-3000 a.C.) e l’Eneolitico (2000 a.C.).

Purtroppo la grotta non è visitabile all’interno, ma è noto che si tratta di una cavità articolata in quattro gallerie principali, in ogni galleria si possono ammirare diverse scene tra cui una particolarmente interessante che rappresenta un antico rito sciamanico. Oggi è possibile ammirare la grotta dei Cervi grazie ad interessanti documentari in 3D, ma se si vuole conoscere cioè che è stato trovato all’interno bisogna spostarsi da Otranto, infatti i reperti archeologici lì ritrovati sono conservati presso il Museo Paleontologico l’Alca di Maglie.

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