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Giurdignano, dolmen e menhir a pochi passi da Otranto

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Sanlu
21 Gennaio 2015

A pochi chilometri da Capo d’Otranto, lo sperone d’Italia, punto più a oriente del nostro Paese, si trova il borgo di Giurdignano. Il paesino è conosciuto per i suoi numerosi siti archeologici risalenti all’età del bronzo, tanto da prendere il nome di “Giardino megalitico d’Italia”. Il centro e le campagne circostanti sono caratterizzati dalla presenza massiccia di menhir e dolmen, monumenti megalitici eretti con funzioni funerarie e di culto. Ma Giurdignano vanta una storia lunga costellata da avvenimenti importanti anche nelle epoche successive.

In epoca romano imperiale il centro divenne un accampamento fortificato e utilizzato dalle legioni, di quest’epoca è stata trovata una necropoli. In seguito, nel medioevo, il paese passò sotto la dominazione bizantina: fu in questo periodo che arrivarono i monaci basiliani dall’Oriente. Nel medioevo divenne un feudo della famiglia d’Angiò, e nel corso dei secoli passò nelle mani dei Santacroce e dei Venturi, fino all’Unità d’Italia.

Giurdignano è meta degli appassionati di archeologia che trascorrono le vacanze a Otranto, perché qui hanno l’imbarazzo della scelta se vogliono visitare importanti monumenti megalitici. Menhir e Dolmen testimoniano la presenza di comunità preistoriche dell’età del bronzo. Il menhir della Madonna di Costantinopoli si trova accanto alla chiesetta omonima, è alto tre metri e in cima presenta ancora un buco quadrangolare all’interno del quale era stata un tempo fissata una croce, testimonianza della sovrapposizione della fede cristiana  sull’antico culto pagano. Altro esempio di sincretismo religioso, tra paganesimo e cristianesimo, è il menhir San Paolo, vicino al quale in epoca bizantina venne scavata la cripta intitolata al santo. Al suo interno è ancora visibile un affresco che rappresenta la taranta, il ragno tipico di questa regione. Ma questi sono solo alcuni dei menhir che si possono vedere a Giurdignano.

Tra i dolmen, costruzioni triliti dentro i quali venivano sepolti i defunti, troviamo il Dolmen Orfini, il Dolmen Grassi e il Dolmen Peschio. Oltre ai megaliti il visitatore che si reca a Giurdignano può vedere tanto altro. Passeggiando per le vie del paese, giunti nella piazza del municipio, si può notare la colonna si San Rocco, eretta nel 1772, con in cima una statua policroma del santo, voluta secondo la tradizione dal capitano di una nave scampato a una pestilenza. Da qui si accede al Palazzo Baronale, oggi sede del Comune. L’edificio risale al XVI secolo e inizialmente fu concepito come luogo fortificato a difesa contro i saraceni. Attraverso un portale con arco a tutto sesto si accede al cortile, dove due arcate reggono la balconata barocca. All’interno del palazzo si possono ammirare stucchi e affreschi.

Degno di nota è ancora il Trappitello del Duca, un frantoio ipogeo che risale al 1518. All’ambiente sotterraneo si accede tramite una scalinata coperta da una volta a botte. Qui si possono ancora vedere gli antichi strumenti utilizzati per produrre l’olio, come macine e torchi. Questo frantoio fu attivo fino al 1940.

Per quanto riguarda l’architettura religiosa, da vedere indubbiamente è l’Abbazia di Centoporte, così chiamata per via delle tante finestre che si vedono tra i ruderi. L’abbazia fu abitata prima dai monaci basiliani e poi dai benedettini, e probabilmente fu costruita seguendo il modello della chiesa monastica di San Giovanni di Studion a Costantinopoli.

Una vacanza nel Salento merita una gita a Giurdignano, come in tanti altri paesi pittoreschi che si possono vedere in particolare nella zona di Otranto. Tra archeologia, e opere architettoniche il turista non torna mai a casa deluso.

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